mercoledì 3 aprile 2013

Gay a cuba.

Sono stato a L'Havana altre volte, mediamente una all'anno, e trovo sempre degli stimoli nuovi per tornarci. Questa volta ho notato alcune differenze: meno slogan patriottici e rivoluzionari, più negozi e alloggi, un po' meno repressione.


È un ricordo del passato assistere ai rastrellamenti di massa sul Malecon con camion che prelevavano i chicos solo perché parlavano con i turisti o non avevano il carnet in regola. Ora tutto è più discreto. Ci sono pattuglie di polizia che incessantemente bloccano i 'sospetti' e li conducono in auto nel vicino comando. Dopo poche ore e con una multa in pesos cubani(circa 7 dollari) vengono rilasciati senza però che i ragazzi subiscano delle violenze ulteriori. È già tanto ma certo non è piacevole. Nel mio soggiorno di 10 giorni all'inizio di dicembre ho dovuto assistere a ben tre arresti di amici che avevano avuto il torto di parlare con me discretamente. Mi sono sentito in colpa e ho pagato per loro la multa dal momento che non possono permettersela. Il loro salario nel caso lavorassero si aggirerebbe intorno ai 10 dollari al mese.

Il comando risponde che non si tratta di repressione antiomosessuale o di omofobia, bensì di un’azione per salvaguardare l'incolumità del turista e per prevenire furti e una diffusa prostituzione. Ma allora mi sorgono dei dubbi. Il mio amico cubano Mario, proveniente da Holguin, la notte precedente era stato arrestato per assedio al turismo; prelevato, ha dovuto restare in caserma fino alle quattro del mattino per poi essere rilasciato con tanto di multa. Arriva alle cinque del mattino nella mia casa particular al Vedado facendo spaventare i miei proprietari di casa, data l'ora insolita. 

L'indomani abbiamo deciso di non uscire assieme ma di darci appuntamento direttamente in locali pubblici, dove è garantito che la polizia non interviene. Siamo stati a pranzo all'ottimo ristorante Los Nardos di fronte al Capitolio, ci siamo separati nel pomeriggio per darci appuntamento al bar 23, luogo d'incontro gay e friendly sulla Rampa, a pochi passi dall'Havana Libre. Abbiamo bevuto due Cuba libre e una Bucanero e ci siamo proposti di dirigerci separatamente a notte inoltrata a casa mia per non dare sospetti. Ma ecco l'agguato. Appena Mario mette piede fuori dal bar lo arrestano immediatamente e lo portano nuovamente al comando. Altra multa e altra nottata in caserma. Poveretto. Per due giorni dalla paura non è più uscito di casa e ci siamo rivisti gli ultimi giorni adottando ulteriori precauzioni.
Gli ho regalato la mia scheda Vodafone e siamo rimasti in contatto sia tramite sms che via internet (con Skype mi scrive da casa di un mio amico italiano che vive a Cuba e che fa da intermediario).

Che fatica però. Dicevo dei negozi e degli alloggi. Anni fa ero costretto a dormire al Plaza o al Riviera a 100 dollari a notte, ora si può prenotare in casa particular legali pagando intorno ai 30 CUC (pesos convertibili, circa 22 euro, compreso colazionale) e si può portare con discrezione gli amici in casa. E non è poco. Per mangiare c'erano i ristoranti per turisti con costi e valuta europea ma con la solita minestra (pollo, riso e fagioli), oggi oltre a numerosi ristoranti aperti anche ai cubani ci sono le paradar che con pochi pesos ti offrono un buon piatto e accettano sia turisti che amici cubani. Alla famosa gelateria Copelia di Fragole e Cioccolato ancora oggi la separazione tra i turisti e cubani è in vigore.
È buona cosa quando si arriva a Cuba portare regali per gli amici, dai quaderni alle t-shirt, dalle mutande ai profumi. Ora sono molto richiesti iPod, telefonini e abbigliamento firmato (molto D&G contraffatto e t-shirt con la scritta Italia). A causa della mia valigia mai ritrovata nel precedente viaggio in Argentina con Air Europa (non mi hanno mai risposto e tanto meno rimborsato), ho deciso di portare solo un bagaglio a mano, quindi pochi regali purtroppo per i miei amici questa volta.

I negozi. Ora ci sono anche quelli delle grandi firme, si trova di tutto sia in Obispo che nei pressi dei grandi alberghi. L'embargo continua e si nota ad esempio dal costo eccessivo delle tariffe dei taxi e delle auto, che purtroppo non hanno ricambi e quindi vanno spesso in panne. Lo sa bene il mio amico Gianni che vive a L'Havana da alcuni anni. È venuto all'aeroporto con la sua favolosa Chevrolet anni '50 ma dopo  alcuni giorni l'ha dovuta abbandonare in garage perché guasta.
Mi ero proposto di visitare altre città. Su Gayromeo avevo inserito un annuncio del mio arrivo e le risposte sono state tante. C'era chi mi proponeva di raggiungerlo nella sua città, a Villa Clara, a Pinar del Rio, a Santiago. Chi mi chiedeva di inviargli il dinero per incontrarmi a L'Havana. Hector di Las Tunas mi ha detto che con solo 10 dollari poteva pagarsi un volo in quanto cubano, a me sarebbe costato 200 dollari.
Alla fine non mi sono mosso. Pochi i giorni di vacanza per spostarmi. Varadero non mi piace perché è off per i cubani, è un insieme di villaggi turistici. Me gusta Camaguey ad esempio. In autobus sono troppe ore e il volo un po' caro. Ma a L'Havana non si sta male. Basta solo il pensiero che mentre sono nella piscina dell'hotel Nazionale a crogiolarmi al sole, a Milano si soffre il freddo. Poi la vita notturna è piacevole, soprattutto durante il week end. Tra le feste gay clandestine (particular) e le migliaia di affezionati della Macumba della domenica sera non ci si può annoiare.
Quella che adoro di più è la spiaggia gay di Mycaito a Punta dell'Est. Troppi problemi però. Se non hai affittato un’auto devi prendere un taxi e quello non autorizzato (particular) costa minimo 20 dollari (andata e ritorno) per 20 km di tragitto. E poiché molto spesso dovevo andare da solo in quanto gli amici a volte lavorano, non potevo essere accompagnato da cubani perché facilmente individuabili dalla polizia e quindi potenzialmente a rischio arresto. A questo punto ho optato per la piscina dell'hotel Nazionale e per le passeggiate sul Malecon.
Tutti i giorni l'ho attraversato a piedi partendo dal Vedado, allo splendido Paseo per giungere al Capitolio e sostare da Los Nardos. Una passeggiata ricca di incontri e di situazioni curiose.
I bambini ti fermano e ti chiedono un pesos in cambio di un tuffo con salto mortale nell'agitato malecon. I ragazzi che si propongono e ti offrono del rum, le prostitute che ti chiamano dal balcone, la signora che vende i chupa chupa e che mi chiede se 'busco una chica', il boy degli alcolisti anonimi che mi descrive la sua vita e pure situazioni erotiche che ora non mi sento di raccontare.
La sera il punto d'incontro è il bar Bim Bom di fronte al lungomare. Molto spesso è presidiato e la parola d'ordine è 'mucha polizia' e allora ci spostiamo sui muretti del malecon. Centinaia di ragazzi e ragazze, quasi tutti gay e lesbiche, si danno appuntamento. Fanno salotto, bevono Cristal o Bucanero (e l'immancabile ron); si canta, si balla, si fanno foto, arrivano le trans, è tutta una fiesta. Fin quando  le pattuglie della polizia  interrompono questo favoloso clima. E cadiamo tutti in paranoia. Perché succede? Scriverò a Raul per protesta.
Quasi tutti i giorni ho un appuntamento al malecon, di fronte al Nazionale, con Mighuel e i suoi amici. Abitano a pochi passi e scalzi, a petto nudo, con degli short si tuffano con capriole mozzafiato. Si fanno fotografare, siamo diventati amici. Quando capita  gli offro un pasto alla paradar vicina. Portiamo i piatti a casa di uno di loro, mi fa vedere come vive. È da rabbrividire: non c'è acqua corrente, mi mostra come si ingegna per lavarsi, per cucinare etc... Nonostante tutti i problemi è sempre sorridente, denti bianchissimi e gentile.Non è una marchetta, è fidanzato, proprio il giorno prima è andato alla festa della 'quindicina' della sua ragazza. Mi dice che cercherà un 'novio' anche per me. Quello che mi colpisce dei ragazzi cubani è la loro apertura mentale e sessuale: non hanno inibizioni e se gli chiedi se sono gay o etero mi rispondono: a me piace todo. E non si scandalizzano se dichiaro i miei 51 anni suonati, anzi sono affascinati dagli uomini 'maturi', così mi rispondono. 
Poi ci sono i prostituti professionisti. Girano con il cellulare e lo mostrano con i propri attributi fotografati. Adorano le firme e per un mobile farebbero di tutto. Ti chiedono un 'invito’ in Italia in cambio di amore eterno e così via. Anche loro soffrono della crisi. I turisti-sessuali  sono pochi perché la polizia non perde occasione per intervenire e quindi optano per altre mete (Brasile ad esempio).
Se Agostino soffre di dolori allo stomaco perché oggi non ha fatto la 'comida', c'è anche Michael che ha un 'negozio' di vendita di capi contraffatti che gli spedisce la sua ragazza italiana e fa tanti soldi. E di ragazzi ricchi se ne vedono soprattutto alle feste. Ad esempio alla Macumba tra taxi e ingresso si spendono circa 25 dollari, i discotecari sono migliaia:  come possono permettersi di pagarsi in una sera due salari mensili? Sinceramente non l'ho ancora capito. E tra loro ci sono in agguato i 'ladrones' che individuano il gruppo gay, si avvicinano, si strusciano, ballano e si avvinghiano per poi fregare il portafoglio sotto i miei occhi allibiti.



I miei vicini di camera sono una coppia di italiani, per la prima volta a Cuba, anche loro sono stati fregati, ma al cambio però.
E poi c'è il problema del carnet, la tessera plastificata di identificazione. Se non la porti con te sei in arresto. Se la perdi e non hai i soldi per la denuncia te ne stai a casa a vedere la televisione per giorni, meglio non uscire.
Se sei di fuori Havana devi avere un permesso scritto. Se ad esempio vivi a L'Havana al Vedado e ti vuoi dirigere a L'Havana Veja  non puoi farlo se non dimostri il motivo per cui ti sposti in una zona turistica riservata agli stranieri. Insomma sempre casini. Lasciamo vivere questi cubani, ne hanno diritto. Per molti di loro l'unica soluzione è quella di accettare i lavori che gli propongono a 10 dollari al mese, almeno dimostrano alla polizia di essere in regola ed hanno meno problemi rispetto ai disoccupati o a chi non accetta questa miseria per vivere e si ingegna in altri modi.
Tutti aspettano con ansia il dopo Fidel. Ma cambierà qualcosa? Speriamo.

Felix Cossolo

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